È un esame diagnostico che sfrutta il principio di funzionamento della tomografia computerizzata standard, ma utilizzando un fascio a forma di cono a bassissime dosi di raggi X.

TAC Cone Beam: cos’è?
E’ un esame diagnostico che sfrutta il principio di funzionamento della tomografia computerizzata standard, ma utilizzando un fascio a forma di cono a bassissime dosi di raggi X.
Viene detta anche TC Cone Beam, tomografia computerizzata Cone Beam, TAC 3D Cone Beam e CBCT (l’acronimo inglese che sta per Cone Beam Computed Tomography).
Si tratta di una metodologia particolarmente recente, in quanto i primi esempi di TC Cone Beam risalgono all’anno 2000, dedicata allo studio delle strutture odonto-maxillo-facciali, che consente di eseguire studi sia settoriali, limitati ad un piccolo gruppo di denti, sia maggiormente estesi, con valutazione di una o entrambe le arcate dentarie o di tutto il massiccio facciale.
I vantaggi della tecnologia utilizzata per la TAC Cone Beam sono significativi:
- Basta una sola esposizione del paziente
- Le radiazioni si riducono da 5 a 20 volte rispetto alla TC tradizionale (il cui fascio radiante assume forma “a ventaglio” e dunque espone a una maggior quantità di raggi X)
- Le immagini tridimensionali (fino a 600 distinte) si ottengono in pochi secondi e risultano di qualità nettamente superiore a quelle in due dimensioni.
Il macchinario è aperto e si adatta a tutti i pazienti, compresi bambini, persone che soffrono d’ansia o di claustrofobia, soggetti con difficoltà motorie.
TAC Cone Beam: a cosa serve?
La tecnologia Cone Beam trova nell’odontoiatria e nella chirurgia maxillo-facciale i suoi campi di applicazione elettivi.
In genere, vi si ricorre quando:
- Si pianifica l’estrazione di un dente, soprattutto se si tratta di un dente incluso
- Si sta predisponendo una devitalizzazione
- Si vuole individuare con certezza un piccolo granuloma (infiammazione cronica dell’apice radicale) o i segni di una parodontite (patologia che ha inizio in modo apparentemente lieve con rossore e sanguinamento gengivale, ma può evolversi in una forma molto più grave e nella conseguente perdita dei denti)
- Si vuole verificare quanta disponibilità di osso si trova nell’area interessata prima di un intervento di implantologia.
- È necessario monitorare il percorso post-chirurgico

Ma con una TAC Cone Beam cosa si vede?
Il medico può studiare denti, strutture ossee e altre componenti vitali sia nell’anatomia che nella posizione. Può identificare denti inclusi o soprannumerari, così come un dente del giudizio ritenuto, e i loro rapporti con tutte le strutture ossee e nervose circostanti.
Un supporto preziosissimo per la pianificazione di una terapia o di un’operazione. Non solo: grazie alla particolare visualizzazione ottenuta, il medico riesce anche ad anticipare al paziente l’evoluzione possibile della sua superficie facciale al termine delle operazioni chirurgiche prospettate. Questo è possibile grazie alla rappresentazione del volto sul display del dispositivo, visionabile dal paziente stesso sul momento.
La tecnologia Cone Beam in radiologia permette quindi di ottenere tanti dati utili per la migliore pianificazione di trattamento possibile con una dose bassissima di radiazioni: questo la rende perfettamente indicata anche per esami su soggetti molto giovani. L’elevatissima definizione delle immagini ottenute consente anche di identificare possibili alterazioni ossee, segni di traumi o perfino neoplasie. Nel dettaglio, ecco tutte le aree in cui può rendersi utile la tomografia computerizzata Cone Beam.
TAC Cone Beam massiccio facciale
Questo tipo di esame indaga su tutte le ossa del massiccio facciale che comprende le ossa degli zigomi, della mascella, della mandibola e della volta palatina. Le ossa del massiccio facciale hanno soprattutto la funzione di sostenere il viso (visceri cranici). Inoltre, la TAC Cone Beam massiccio facciale consente anche di studiare i seni paranasali.
Queste quattro paia di cavità ossee, rivestite da mucosa respiratoria, sono collegate al naso e hanno ruoli molto importanti: proteggono l’apparato respiratorio, regolano il livello di olfatto, influiscono sull’equilibrio della scatola cranica e sul tono di voce. Essi sono:
- Seni frontali, che si trovano immediatamente sopra le orbite
- Seni mascellari, posizionati subito sotto le orbite, in ciascun lato nello spessore osseo superiore della mascella. La parete inferiore di questi seni paranasali ha una connessione non trascurabile con le radici del primo molare superiore e degli ultimi premolari
- Seni etmoidali e sfenoidali, nello spessore osseo dell’etmoide (sotto l’osso frontale, fra le orbite) e dello sfenoide (sotto l’osso frontale, di fronte alle ossa temporali)
In genere, si esegue una TC Cone Beam massiccio facciale quando si sospetta una deviazione del setto nasale oppure una sinusite (quindi l’infezione dei seni paranasali), o ancora per identificare malformazioni, problemi di masticazione, coaguli di sangue dovuti a ictus, poliposi nasale, tumori del volto, possibili fratture nelle ossa del naso e delle orbite dopo un trauma.
TAC denti Cone Beam
Una TAC dentale Cone Beam consente di visualizzare nel modo più dettagliato e definito possibile non solo i tessuti solidi (quindi ossei), ma anche quelli molli (le gengive e il legamento parodontale).
La struttura dei denti è infatti particolarmente sofisticata e complessa, e incide altamente sullo stato di salute della bocca (e non solo). Se guardiamo l’interno del cavo orale, identifichiamo visibile dall’esterno la corona, la cui forma varia in basa alla funzione del dente, che fuoriesce dalla piccola cavità ossea detta alveolo; il colletto è invece il tessuto che mette in connessione il dente e la gengiva; all’interno dell’osso alveolare il dente resta ancorato grazie alle radici poste in profondità.
La struttura anatomica di ogni singolo dente è a sua volta composta da strati:
- Lo smalto è la componente più esterna della corona, nonché l’elemento in assoluto più duro in tutto il nostro organismo
- La dentina è invece la responsabile della colorazione del dente
- Il cemento ha la funzione di far restare il dente ancorato all’alveolo
- La polpa è nota anche come “nervo”, in quanto questo tessuto soffice contiene proprio terminazioni nervose, vasi sanguigni e odontoblasti.
La condizione di salute dei denti dipende dalla condizione di ogni singolo elemento, nonché dallo stato dell’ambiente in cui si trovano: tutto il cavo orale deve essere oggetto di rigorosa cura e igiene. Una TAC alle arcate dentarie Cone Beam è certamente la procedura più all’avanguardia per monitorare al meglio il benessere dei denti e programmare le attività terapeutiche a seguire.
È possibile eseguire una CBCT all’arcata inferiore o all’arcata superiore, ma anche un’unica TC Cone Beam alle arcate dentarie in toto. Grazie alla tecnologia Cone Beam, i denti dell’arcata superiore non sono l’unica cosa su cui il medico può soffermarsi.
È possibile valutare anche lo spessore osseo, la densità del tessuto e la distanza fra cresta alveolare (quella parte di mascella che ospita gli alveoli) e pavimento del seno mascellare (la parete inferiore della mascella il cui contatto con gli apici radicolari di molari e premolari non è trascurabile). Analogamente, con la TAC Cone Beam all’arcata inferiore è possibile valutare la relazione fra cresta alveolare e canale mandibolare.
TC Cone Beam mascellare
Con una TAC mascellare Cone Beam è possibile indagare il seno mascellare, l’osso dello zigomo, il tubercolo articolare, la conca nasale (detta anche turbinato), il palato.
TAC Cone Beam mandibolare
Con la TAC mandibolare Cone Beam non solo è possibile rilevare gli esiti di eventuali infortuni, ma anche studiare accuratamente:
- Le articolazioni temporo-mandibolari (le giunture fra ossa temporali e mandibola)
- Il processo coronoideo (ovvero uno dei rami con cui il corpo mandibolare prosegue verso l’alto)
- La protuberanza mentoniera (la zona dove l’osso mandibolare si ispessisce)
- Il forame mentoniero (una piccola apertura da cui fuoriescono nervi e vasi sanguigni).
Inoltre, attraverso appositi software di ricostruzione multiplanare, durante la procedura di TC Cone Beam mandibolare è possibile visualizzare con un colore distinto il già citato canale mandibolare: ciò aiuta a determinare al meglio la sua posizione in riferimento all’osso alveolare e la sua relazione con un eventuale dente incluso. Tutto questo è fondamentale per preservarlo in sede di intervento chirurgico.
Come funziona un esame Cone Beam
La procedura è molto semplice, non invasiva e soprattutto di brevissima durata.
Dopo aver tolto eventuali accessori in metallo dalla zona di testa e collo, il paziente può restare sia in piedi che seduto all’interno dell’apparecchio apposito, la cui struttura è aperta sia di lato che nella zona posteriore. L’unica cosa che il paziente deve fare è restare il più fermo possibile, o quantomeno non compiere movimenti che andrebbero a ostacolare la buona riuscita dell’esame TC Cone Beam, e mantenere la lingua a contatto con il palato.
Nel mentre, lo scanner, che ha un aspetto simile a quello di un ortopantomografo, esegue una rotazione completa di 360 gradi intorno alla testa del paziente e una serie di radiogrammi digitali ad angoli prefissati. Si ottengono dati bidimensionali che vengono rielaborati in modo tale da produrre immagini tridimensionali e ricostruzioni multiplanari.
L’intera procedura può durare dai 10 ai 20 secondi, in base a ciò che il quesito diagnostico richiede: a un tempo maggiore impostato corrisponde un maggior numero di informazioni da acquisire. Durante un esame TC Cone Beam, che non richiede alcuna preparazione, il paziente non sente dolore e non percepisce calore. Inoltre, non si rende necessario alcun tipo di mezzo di contrasto.
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